La notte di Capodanno nelle sue diverse forme e culture
Durante la notte di capodanno si lascia tutto alle spalle, cose belle e brutte e si festeggia l’inizio del nuovo anno con la speranza che sia migliore del precedente. Inizia dunque la corsa ai buoni propositi e si respira per qualche ora la sensazione di cambiamento imminente, salvo poi svegliarsi il primo gennaio e accorgersi che tutto in realtà è rimasto come poche ore prima a parte la pagina del calendario. Ma il fatto di festeggiarlo proprio il primo gennaio a noi sembra scontato ormai, in realtà in epoche passate non era così.
Infatti il primo gennaio è l’inizio del nuovo anno secondo il calendario gregoriano, cioè quello in uso praticamente in tutto il mondo ed è considerato un giorno di festa. Per le popolazioni che seguono il calendario giuliano invece il capodanno, inteso come festa religiosa, si celebra nel giorno che corrisponde al 14 gennaio gregoriano. Precedentemente al calendario giuliano voluto da Giulio Cesare nel 46 a.C. il primo giorno dell’anno era considerato il primo marzo.
Storia ed evoluzione
La festa del capodanno trae origine dai festeggiamenti in onore del dio romano Giano da cui prende il nome il mese di Gennaio. Nel Medioevo nonostante l’adozione del calendario gregoriano la data di inizio dell’anno variava da regione a regione e persino da città a città. Per esempio fino al 1752 in Inghilterra e Irlanda il capodanno si festeggiava il 25 marzo così come a Pisa e Firenze per celebrare il giorno dell’incarnazione. In Spagna fino al ‘600 il capodanno cadeva il giorno della Natività, ossia il 25 dicembre. In Francia invece veniva festeggiato il giorno della Resurrezione. Tornando in Italia invece, in Puglia, Calabria e Sardegna veniva festeggiato il primo settembre secondo lo stile bizantino; settembre che in sardo viene tradotto come “Caputanni” e cioè appunto Caput anni dal latino. Infine l’adozione del calendario gregoriano e quindi dell’inizio dell’anno fissato al primo gennaio divenne comune fino ai giorni nostri nonostante alcuni regimi politici nel tempo abbiano provato a riformare il calendario a proprio piacimento.
Oggi il veglione di Capodanno è una festa pagana per quasi tutte le culture e viene celebrata con il classico cenone in compagnia, l’attesa della mezzanotte con giochi, musica e il tutto solitamente accompagnato dai media che scandiscono gli istanti che precedono la fine dell’anno e ci traghettano nel nuovo.
Non possono mancare ovviamente i fuochi artificiali e i giochi di luce, inoltre soprattutto nelle piazze europee il capodanno diventa un evento mediale e pubblico con l’organizzazione di grandi concerti o spettacoli dal vivo. Il capodanno è anche contraddistinto dal colore rosso, il colore della passione e infatti è tradizione indossare intimo di colore rosso anche per una questione di scaramanzia. Il capodanno diventa anche un’occasione per trovare l’amore ed infatti un’altra tradizione prevede di baciarsi sotto il vischio per cominciare sotto il segno della passione il nuovo anno. Il cibo è un’altra particolarità di questa festa, infatti se nel nostro Paese è consuetudine consumare il cotechino con le lenticchie, in Spagna è tradizione mangiare alla mezzanotte dodici chicchi d’uva, uno ad ogni rintocco dei dodici scoccati da un orologio. In Russia ci si scambia regali che solitamente consistono in pupazzi corrispondenti l’animale simbolo dell’anno cinese o cioccolatini. In Ecuador e Perù la tradizione è un po’ più macabra nel senso che vengono esposti fuori dalle porte dei pupazzi di cartapesta imbottiti di petardi che alla mezzanotte vengono fatti esplodere. Invece il Giappone non manca di spiritualità anche in questo giorno e infatti le famiglie sono solite recarsi nei templi a bere il sakè e ascoltare 108 colpi di gong che simboleggiano i peccati commessi da un uomo in un anno e che quindi vengono espiati in questo modo.
Nonostante tutto ciò moltissime culture orientali festeggiano il primo giorno dell’anno seguendo l’anno lunare. Per esempio il capodanno cinese o appunto capodanno lunare si festeggia in corrispondenza del novilunio e cioè tra il 21 gennaio e il 19 febbraio. Le festività durano quindici giorni e si concludono con la tradizionale festa delle lanterne; inoltre ogni anno è contraddistinto da un segno animale o ramo terrestre differente che vanno a costituire un ciclo di dodici elementi. Come la cultura cinese anche altre culture orientali come quella giapponese, coreana, mongola, vietnamita, del Nepal e Bhutan seguono il calendario lunare. In altri paesi invece come l’Afghanistan o l’Iran il capodanno viene festeggiato durante l’equinozio di primavera. La Thailandia, Cambogia, Birmania invece seguono lo spostamento del sole nell’anello dello zodiaco.
Il capodanno dunque ha forme e culture diverse ma ciò che accomuna tutte le celebrazioni è senza dubbio il festeggiare e per i più festaioli il fatto di avere più capodanni sul calendario interculturale è una scusa in più per organizzare feste oltre il comune 31 dicembre.